Padri della Patria e sciupafemmine

Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi

Se oggi potessero tornare in vita, chi sa quante donne – con l’aria nuova che tira – si leverebbero dalle tombe a denunciare di essere state molestate e abusate sessualmente, nel risorgimentale Ottocento, nientedimeno che da Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele II o dall’eroe nazionale Giuseppe Garibaldi. Se lo avessero fatto ai loro tempi, come minimo sarebbero finite in manicomio.

Garibaldi (1807-1882) era notoriamente un “tombeur de femmes”, un donnaiolo, con preferenze anche in età matura per le “giovinette”: dalla diciottenne Anita Ribeiro, sedotta nel 1839, alla diciassettenne Giuseppina Raimondi, sposata e ripudiata nel 1859, alla quindicenne Francesca Armosino, ingravidata nel 1867.Oggi si direbbe un pedofilo.

Vittorio Emanuele II (1820-1878) era sotto il profilo sessuale un depravato. Ebbe una grande quantità di amanti, due delle quali – Laura e Rosina – per un lungo periodo furono ammesse a convivere con la rassegnata regina Maria Adelaide, sua consorte, nella reggia di Moncalieri.

Il “Re Galantuomo” non si fece scrupolo di sedurre le mogli dei suoi migliori amici, e la vedova di suo fratello Ferdinando, né di avviare relazioni sessuali con ragazze minorenni, fra le quali la quattordicenne analfabeta Rosina Vercellana (che poi sposò in tarda età con nozze morganatiche), e l’attricetta quindicenne Emma Ivon, di trent’anni più giovane (dunque era un pedofilo anche lui).

Così come non esitò a mettere al mondo un numero incalcolabile di figli illegittimi, in aggiunta agli otto avuti nel matrimonio, guadagnandosi nei pettegolezzi popolari l’appellativo ironico di “Padre degli italiani”.

Provvide al mantenimento di molti figli naturali di cui riteneva certa la sua paternità. Ma si comportò da padre-padrone con la primogenita legittima, la religiosissima Clotilde, che sacrificò alla ragion di Stato, forzandola a sposare, quindicenne, un cugino di Napoleone III, Girolamo, più vecchio di lei di vent’anni, di sgradevole aspetto e che passava per un libertino vizioso e miscredente.

Perciò, non sarebbe una cattiva idea se le femministe che protestano contro la violenza sulle donne lo facessoro sotto le statue di questi due storici molestatori seriali, ricordando le loro “imprese”.

Nicola Bruni

*

Fonti storiografiche: – Silvio Bertoldi, “Il re che fece l’Italia – Vita di Vittorio Emanuele II di Savoia”, Rizzoli.- Lucy Riall, “Garibaldi – L’invenzione di un eroe”, Laterza.Vi

Nelle foto: ritratti di Vittorio Emanuele II e di Giuseppe Garibaldi, Museo del Risorgimento nel Vittoriano a Roma.

Lascia un commento