Il 26 dicembre di un anno intorno al 2000, che non ricordo con precisione, accompagnai mia moglie Elina a visitare il presepe di Piazza San Pietro a Roma. Poiché nei dintorni non trovammo un parcheggio disponibile, io restai in macchina, ferma in seconda fila in una stradina parallela a Via della Conciliazione, e mandai Elina da sola a compiere per prima la visita. Poi ci saremmo scambiati i ruoli.
Tornò dopo una ventina di minuti tutta contenta: non solo aveva potuto vedere il grande presepe e il gigantesco albero di Natale allestiti al centro del colonnato del Bernini, ma aveva incontrato di persona un divo della tv, Sebastiano Somma, attore di grande fascino del quale era un’ammiratrice.
Elina lo riconobbe subito, mentre sostava davanti al presepe tenendo un bambino (probabilmente un nipotino) “a cavacecio” sulle spalle, e non poté trattenersi dal domandargli: “Lei è il famoso attore Sebastiano Somma”. Lui annuì, e lei gli rivolse degli apprezzamenti per la sua bravura. Quello le rispose in maniera galante, dicendosi onorato dell’ammirazione di una così bella signora, e le porse la mano per salutarla.
Elina mi riferì candidamente questo episodio senza pensare che io potessi ingelosirmi, anzi sapendo bene che io non ero geloso. D’altra parte, io non provai nessuna gelosia, ma mi rallegrai che lei avesse potuto fare quella piacevole esperienza.
Infatti, quando io vedevo la mia sposa felice, ero felice anch’io. E le dicevo spesso: “La tua felicità è la mia. La mia felicità sei tu”.
Nicola Bruni