Vidi Armstrong sbarcare sulla luna

Vidi in tv, nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1969, l’astronauta statunitense Neil Armstrong sbarcare sulla luna mentre ero in servizio militare di leva come sottotenente dei Carristi. 
Seguii, insieme con alcuni colleghi, la diretta televisiva della Missione Apollo 11 da un televisore in bianco e nero nel Circolo ufficiali della caserma “Giuseppe Amico” di Caserta. 
A quel tempo, io indossavo una divisa, portavo sul basco una stelletta, comandavo un plotone di carri armati, e avevo la faccia da giovane guerriero che si vede in questa foto. Ma, sotto quelle apparenze, restavo un romantico sognatore della luna dei poeti: “Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna?” (Giacomo Leopardi). 

Perciò, memore dei miei studi letterari, ricordai ai presenti che la prima missione in assoluto di un uomo sulla luna era stata raccontata nel 1516 da Ludovico Ariosto nel poema “Orlando Furioso”: quella di Astolfo, prode duca d’Inghilterra, inviato e guidato sul satellite della terra dall’apostolo San Giovanni, l’autore dell’Apocalisse, per recuperarvi il senno perduto del paladino Orlando, impazzito per amore, e restituire così all’esercito cristiano il condottiero che avrebbe potuto portarlo alla vittoria contro i Mori.

Sulla luna, secondo Ariosto, andrebbero a finire tutte le cose che gli uomini perdono sulla terra. Perciò, speravo che Armstrong vi avesse trovato e recuperato il senno perduto di molti governanti, inducendoli a cambiare il corso della storia. Invece, come poi si è visto, la storia ha continuato a camminare per la strada di prima.


Nicola Bruni 

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Nella foto, ero sulla torretta di un carro armato M47 Patton.