La basilica dell’Ara Coeli

La basilica di Santa Maria in Ara Coeli sorge sulla cima più alta del Campidoglio, dove era l’Arce (la rocca) e dove, secondo la leggenda riportata nei “Mirabilia Urbis Romae”, l’imperatore Augusto avrebbe ordinato l’erezione di un’Ara Coeli, altare del cielo, dopo aver avuto la visione di una donna con un bambino in braccio e udito una voce che diceva: “Haec est ara filii Dei”. Una sibilla, interpellata su quel sogno, avrebbe indicato il nome di Maria come madre del nascituro figlio di Dio.

Qui, una chiesa sarebbe stata fatta costruire nel IV secolo da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, ma i primi dati certi parlano di un monastero benedettino insediato nel VI secolo, e di una chiesa monumentale realizzata a metà del XII secolo, in stile romanico, sull’area dell’attuale transetto, con la facciata rivolta verso piazza del Campidoglio. Nel 1250 ai Benedettini subentrarono i Francescani, che iniziarono una ristrutturazione monumentale dell’intero complesso, secondo uno stile gotico moderato. L’orientamento della nuova chiesa non è più verso il Campidoglio e il vecchio centro cittadino, bensì in direzione della città medioevale, cioè verso il centro d’attrazione costituito dalla basilica di San Pietro. La nuda facciata in cotto, con tre portali, è dei primi anni del ‘300. La costruzione fu interrotta dall’esilio avignonese dei pontefici dopo il 1308; ripresa nei decenni successivi in forme più modeste rispetto al grandioso progetto iniziale, fu conclusa con l’installazione nel 1348 della ripida scalinata di 122 gradini.

A metà del Cinquecento una serie di interventi portò alla ricostruzione dell’abside e poco dopo alla decorazione con simboli navali del soffitto ligneo a cassettoni in memoria del trionfo qui celebrato da Marcantonio Colonna dopo la vittoria sui turchi a Lepanto del 1571. 

L’interno ha tre navate, divise da 22 colonne diverse provenienti da templi pagani e con archi a tutto sesto, un transetto e tre cappelle absidali terminali. La sua architettura, risalente al rifacimento dei frati francescani iniziato nel 1250 e successivamente rivestita in gran parte con decorazioni barocche, è quella tipica del gotico romano. Il pavimento è a intarsio marmoreo cosmatesco del XIII secolo, con lastre sepolcrali del ‘300 e ‘400.

Nel 1880 circa il complesso conventuale dell’Ara Coeli, che comprendeva anche una torre detta di Paolo III, fu raso al suolo per l’erezione del monumento a Vittorio Emanuele II, denominato Vittoriano o Altare della Patria, che i Savoia vollero più alto della basilica in modo da oscurarne l’immagine nel panorama cittadino. 

La chiesa era ed è famosa anche per la statuina ritenuta miracolosa del “Bambinello dell’Ara Coeli”, intagliata nel XV secolo con il legno d’olivo del Giardino del Getsemani e ricoperta di preziosi ex voto. La scultura originale, trafugata nel 1994 e non più ritrovata, è stata sostituita da una copia.

Nicola Bruni

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