Lo Zar Putin come il Duce Mussolini

Vietato in Russia parlare di “guerra”, “attacco”, “invasione”, “vittime civili”, nel raccontare quella che, secondo la propaganda di Putin, sarebbe una “operazione militare speciale” per il “mantenimento della pace” o “peace keeping” in Ucraina e per la “denazificazione” del Paese. Pena, la chiusura – già avvenuta – di giornali, radio e tv, che contravvengano al divieto, o che ardiscano fornire una versione dei fatti in contrasto con quella ufficiale. Pene fino a 15 anni di carcere per i giornalisti “traditori”.

Dunque, lo “Zar” Putin si comporta come il “Duce” Mussolini, che nel famigerato Ventennio faceva impartire ai giornali italiani ordini tassativi, chiamati “veline”, su che cosa dovevano e non dovevano pubblicare. E pretendeva addirittura di “fare il bello e il cattivo tempo”, come avvenne il 1° giugno 1939, allorché una sorprendente velina del Minculpop, il Ministero della cultura popolare del regime fascista, impose ai giornali di “diminuire le notizie sul cattivo tempo”, in presenza di forti piogge e alluvioni.

Le veline del Minculpop, così dette perché dattiloscritte su fogli di carta velina (inframezzati da fogli di carta carbone), intimavano, tra l’altro, di ignorare omicidi, furti, incidenti sul lavoro, fughe di ragazzi da casa, code davanti ai negozi, di selezionare fotografie delle parate militari con “allineamenti impeccabili”, di parlar male dell’Inghilterra. E soprattutto pilotavano la proiezione di un’immagine di Mussolini maschia e gagliarda: “Ricordarsi che le fotografie del Duce non debbono essere pubblicate se non sono state autorizzate”. 

Ed è quello che fa, oggi, anche la propaganda di regime del Cremlino, cercando di accreditare un’immagine maschia e atletica di Putin come di un superuomo.

Nicola Bruni

Nelle foto, esibizioni “machiste” di Putin e di Mussolini a torso nudo.

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