Mammismo in gita scolastica

    “Pronto? Cocca, ‘ndo state? Che fate?”. La signora Augusta, matrona romana, chiama sul telefonino la figlia Patrizia in gita scolastica, appena mezz’ora dopo la partenza del pullman per l’isola d’Elba.

    “A ma’, nun rompe’! Siamo ancora bloccati nel Raccordo anulare”, risponde bruscamente la cocca quattordicenne, mentre dallo stereo del pullman risuona la voce melodiosa di Céline Dion.

    “Non ti preoccupare, mamma, è già Aqua passata: ora c’è una canzone degli Aqua”.

    Alle 10,35, mentre la comitiva è in sosta per la ricreazione, squilla di nuovo il portatile di Patrizia: “Cocca, l’hai mangiato il panino?”. 

    Alle 12,15, la signora Augusta, allarmata per non aver più udito notizie della sua bambina da un centinaio di minuti, ritelefona: “Tesoruccio… siete già in navigazione! E non mi fai sapere niente? Com’è il mare?… Mi raccomando, non ti sporgere dal traghetto. Stai vicino alla professoressa. Ce l’avete il salvagente a portata di mano?”.

    Nel pomeriggio, la mammina ansiosa e possessiva si fa sentire altre cinque volte. Apprende così, via via, dalla telecronaca in diretta della “bambina”: che il viaggio è andato bene; che sull’isola d’Elba splende il sole; che i ragazzi hanno consumato il pranzo al sacco sulla spiaggia; che la comitiva ha visitato la Fortezza medicea; che fra i compagni di viaggio dell’altra classe ce n’è uno molto carino, con il quale la sua bambina ha già attaccato discorso… 

    Poi, più nulla: “L’utente da lei chiamato – comunica una voce telefonica – non è al momento raggiungibile”. Pertanto, la mammina ansiosa e possessiva comincia ad agitarsi, finché all’ora di cena può mettersi nuovamente in contatto con la figlia attraverso il centralino dell’hotel: “Stai tranquilla mamma, è tutto ok. Siamo in un albergo bellissimo, con giardino, vicino al mare. Solo che da qui non si prende la linea, perché c’è di mezzo una montagna”.

    Alle 21,13 la signora Augusta s’informa sulla qualità della cena fornita dall’albergo; e alle 22,10 manda di nuovo a chiamare la sua “Cecioni Patrizia” (che accorre in maniche corte dal giardino) per accertarsi se abbia indossato la maglia pesante. 

    Alle 23,32 il portiere dell’albergo dice di non poter più passare la telefonata perché “le bambine ormai sono andate a dormire”. Invece le ragazze e i ragazzi delle due classi della scuola media romana stanno celebrando il rito del pigiama-party, che consiste nel riunirsi a gruppi nelle camere per chiacchierare e vegliare fino alle ore piccole. 

    Il giorno dopo Patrizia avverte il centralinista: “Se telefona ancora quella rompi di mia madre, le dica che siamo tutti fuori in gita”. 

    La piccola Cecioni, però, si è dimenticata di spegnere il cellulare, e la mammina riesce a raggiungerla via etere, fra una tamerice salmastra e una siepe di lentisco, mentre il suo gruppo si trova in cima ad una collinetta per una lezione naturalistica sulla flora locale: “Pronto? Cocca, ‘ndo state? Che fate?”.

    Alle 20,48 del terzo giorno, Patrizia risponde alla trentunesima chiamata della sua mammina: “A ma’, il pullman sta imboccando la traversa di Via Appia che porta a scuola”. 

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Dal libro di Nicola Bruni “AD CATHEDRAM – SPIRITO E MATERIE”, ed. La Tecnica della Scuola 2004.