Dal ramoscello di ulivo all’Arca di Noè

Lo scorso 24 febbraio ho avuto il piacere di trascorrere la serata in compagnia del mio nipotino Leo, che ha quasi 10 anni. Frequenta la quarta classe della scuola primaria, e nella pagella del primo quadrimestre ha riportato ancora una volta il giudizio di “avanzato”, corrispondente al voto numerico di 10, in tutte le materie. Mi ha comunicato che il prossimo 15 ottobre farà la Prima Comunione nella sua parrocchia romana, dopo aver ricevuto nell’ottobre scorso la Cresima e aver completato un corso di catechismo.

Abbiamo assistito insieme su TV 2000 all’incontro di preghiera per la pace che si è tenuto nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Gli ho fatto notare che molti dei partecipanti tenevano in mano un ramoscello di ulivo come simbolo di pace. E, rispondendo a una sua domanda, gli ho spiegato che l’origine di quel simbolo risale alla narrazione biblica del Diluvio universale e dell’Arca di Noè, di cui non aveva ancora sentito parlare. 
Dunque – come gli ho riferito – racconta la Bibbia nel libro della Genesi dell’Antico Testamento che diverse migliaia di anni fa Dio decise di rinnovare l’umanità che era diventata troppo cattiva. Per farlo scelse la famiglia di Noè, che era un uomo “giusto”, e gli ordinò di costruire una grande nave, chiamata Arca, sulla quale mettersi in salvo con i suoi familiari e un campionario di tutti gli animali esistenti, perché avrebbe mandato un diluvio che avrebbe sommerso sott’acqua tutta la terra con i suoi abitanti. Così fu.

Quando cessò di piovere e l’Arca si arenò sulla sommità prosciugata di un monte, Noè aprì una finestra e fece uscire in esplorazione una colomba per accertarsi se le acque si fossero ritirate dalla terra. Dopo un po’ di tempo la colomba ritornò tenendo nel becco un ramoscello di ulivo, segno che Dio aveva fatto pace con l’umanità. Di qui, la simbologia di pace attribuita alle figure della colomba e del ramoscello di ulivo.

Ho cercato su Internet una ricostruzione iconografica dell’Arca di Noè, e gliel’ho mostrata. Poi abbiamo letto insieme che il racconto di un diluvio avvenuto in tempi antichissimi è presente in molte culture e religioni diverse.Alla fine, Leo mi ha domandato: “Come siamo arrivati a parlare dell’Arca di Noè?”“Siamo partiti dal ramoscello di ulivo”, gli ho ricordato io.

Nicola Bruni

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Nella foto, tratta da Wikipedia, la costruzione dell’Arca di Noè immaginata dall’umanista tedesco Hartmann Schedel (1493).

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