Un epistolario d’amore

“Vivere per rivederti è la mia gioia, ritrovarti come per incanto felice e innamorato, desiderare che il tempo passi in fretta, bruciare i giorni nell’attesa del nostro incontro”.

E’ la breve lirica che Elina mi dedicò, scrivendola su un foglio di quaderno, nella primavera del 1974, quando eravamo fidanzati a distanza, lei a Catania e io a Roma.

Avevamo già fissato la data del matrimonio, nella sua città, per il 3 luglio successivo, 11 mesi dopo il nostro incontro in un convegno di professori a Loreto.

Nel breve periodo di fidanzamento, tra settembre del 1973 e giugno del 1974, potemmo incontrarci solo due o tre volte al mese e frequentarci in tutto per non più di quaranta di giorni. Troppo pochi per avere la possibilità di conoscerci a fondo prima di consacrare la nostra unione per tutta la vita. E tuttavia ci fidammo della convinzione che fosse stata la Madonna, da noi pregata singolarmente nel santuario di Loreto, a sceglierci come sposi.

Ho conservato in un album le lettere che Elina e io ci scambiammo in quel periodo. E da quando lei ha lasciato questa vita, io ogni tanto vado a rileggere le parole d’amore che mi scrisse, con la sensazione emozionante di udirle ancora dalla sua voce.

4 novembre 1973 – “Amore mio, mi manchi tanto… Nei momenti di solitudine e tristezza, prendo le tue cose e le metto intorno a me, chiedendo forse inconsapevolmente ad esse la forza di continuare ad aspettare serenamente i nostri brevissimi incontri…”.

2 dicembre 1973 – “Caro amore, a conclusione di questa giornata, non posso fare a meno di pensare a te con insistenza, e, dato che sei così lontano, ti scrivo per provare la sensazione di averti accanto… La nostra simpatia è stata così spontanea e così sincera che ancora oggi mi lascia stupita. Tutto ciò mi rende felice, perché è il presupposto del nostro amore, che cresce ogni giorno e che io voglio immenso ed eterno… Io cercherò di essere sempre la donna dolce che tu vuoi; ma, se tu mi ami, cerca di sopportarmi quando ho la luna storta…”.

25 maggio 1974 – “Caro, ti amo tanto. Questo tu lo sai, ma non puoi sapere in che modo si è evoluto il mio amore per te. E’ diventato tanto grande che, anche se ti sono lontana, sento talmente vicina la tua persona che ho l’impressione di averti sempre accanto. E’ meraviglioso sentirti vivere in me come una presenza reale…”.

6 giugno 1974 – “Carissimo Nicola, si avvicina il grande giorno della nostra vita… Ho riletto con attenzione la dedica e le letture della Messa del matrimonio di Laura e Antonio… Anch’io vorrei trovare, insieme con te, per il nostro matrimonio parole del messaggio cristiano su cui fondare la nostra famiglia e il nostro impegno di credenti; parole che rendano l’idea di come l’amore di Dio verso di noi suoi figli si manifesti anche nell’amore che noi mettiamo in pratica tra noi e verso il nostro prossimo…”.

Nicola Bruni

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