Eschilo Eschilo che qui si Sofocle

Convivium studentesco di Carnevale con menù classico greco e latino.

“ESCHILO ESCHILO che qui si SOFOCLE! Attenti alle scale, che sono EURIPIDE!”. 

Il CONVIVIUM organizzato per il Carnevale dalla classe II D, la più classica del liceo classico, alla TABERNA MAGNA della CAPUT MUNDI ebbe un INCIPIT drammatico: per un PELEO non si trasformò in TRAGEDIA GRECA, a causa di un guasto all’impianto di CLIMAX che fece mancare l’ARIANNA. 

I convitati si precipitarono nell’HORTO, incalzati dalle battute del capoclasse PHILIPPO: “SILENO! TACITO! SE NO FO NTE remoto! AGAPITO?”.

Apparecchiata una TABULA RASA, Philippo ordinò per tutti come ANTIPATRO un PLATONE di PAN… ERATOSTENE spalmato di BURRO, come PLAUTO principale una PIZIA, e per secondo straccetti di CARNEADE. Da bere, AQUA MARCIA e succo di MELEAGRO. Un menù SPARTANO. 

Quindi, attaccò una FILIPPICA, in attesa che arrivasse il MAGISTER Tucci Demetrio, alias TUCIDIDE, mitico docente di greco e latino. “M’ERODE – mimò grattandosi – che il MAGIS sia in ritardo, ma sappiamo che è abituato a prendersela con COMMODO. In compenso, è un prof CLEMENTE e CARO. PRUDENTIA, però, a non pestargli un CALLINO! Quando spiega i VOLI PINDARICI, nella classe non si sente volare un MOSCO, bensì volteggiare un ARIONE…”.

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Con parodie come questa, ai tempi in cui frequentavo il triennio del liceo classico Augusto di Roma – tra il 1957 e il 1960 -, io e i miei compagni cercavamo di sdrammatizzare lo studio delle letterature greca e latina, condendole di frizzi e lazzi. 

Nicola Bruni