Tonino del Paese dei Balocchi

Tonino Verna era uno dei “pischelli” del palazzo di Via Licia 76 (oggi 54), nel quartiere Latino Metronio di Roma, con i quali giocavo da bambino nei primi anni del dopoguerra. Lo persi di vista a giugno del 1952, quando io avevo 10 anni e la sua famiglia cambiò casa. Ci siamo riabbracciati e raccontati lo scorso 12 luglio, nel bar di Piazza Cesare Cantù, dopo esserci ritrovati su Facebook.

Gli era capitato di leggere e commentare un mio raccontino sulla “pipinara” di Via Licia senza immaginare chi ne fosse l’autore, ma io, che ho una buona memoria, mi sono subito ricordato del suo nome e gli ho risposto: “Tu eri quel mio amichetto del decimo piano con una casa piena di bellissimi giocattoli, mentre io e gli altri compagni avevamo solo le lattine e le palline di vetro”. Poi ci siamo telefonati e ci siamo dati appuntamento.

Tonino era nipote del celebre e ricco tenore Beniamino Gigli, il quale, ogni volta che tornava a Roma da una trasferta musicale in Italia o all’estero, gli portava almeno un giocattolo. Con quei doni, il bambino aveva occupato in maniera stabile l’intera stanza di soggiorno della sua abitazione e riempito di scatoloni lo sgabuzzino. 

Quando mi invitava a giocare a casa sua, mi sembrava di entrare, come Pinocchio, nel Paese dei balocchi. Ricordo, in particolare, che c’erano eserciti di soldatini di piombo, un teatro dei burattini, scatole di costruzioni, un triciclo, un cavallo a dondolo, bambolotti, pupazzi, automobiline, navi, aeroplani. Ma la cosa che più mi coinvolgeva era un vero e proprio sistema ferroviario di trenini elettrici.

Di tutti quei giocattoli, Tonino dice di essere riuscito a conservarne uno come ricordo: un bellissimo meccano “made in England”.

Che cosa ha fatto il mio amichetto, poi, nella vita? Si è diplomato come ragioniere, ha lavorato a lungo nel settore commerciale per una multinazionale svizzera; si è sposato con Rosella, moglie amatissima, che ha perso dolorosamente nel settembre del 2021; ha tre figli (un maschio e due gemelle) e sei nipoti, ai quali ora fa spesso da baby-sitter.

Durante il nostro colloquio, Tonino, che ha 83 anni, si è commosso più volte quando io gli ricordavo alcuni nomi di bambine e bambini che abitavano nel nostro palazzo: Carla, Lia, Roberto, Maurizio. “Li hai più visti? Chissà se ci sono ancora?”.

Nicola Bruni

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 Nella foto, Tonino Verna a 11 anni nel 1951.