Ha lasciato questa vita l’8 giugno scorso all’età di 90 anni Guido Bodrato, politico piemontese, storico esponente della Democrazia Cristiana, che è stato deputato per sei legislature dal 1968 al 1994, ministro in quattro governi tra il 1966 e il 1994, europarlamentare dal 1999 al 2004.
Era, innanzi tutto, un cattolico di grande integrità morale che concepiva la politica come servizio alle istituzioni democratiche e al bene comune.
Io lo avevo conosciuto da vicino, avendo avuto l’onore di collaborare con lui per due anni (da ottobre del 1980 a dicembre del 1982) come addetto stampa ministeriale, quando era ministro della Pubblica Istruzione. Ne apprezzavo la competenza, l’equilibrio, la pacatezza dell’eloquio, che rifuggiva dagli slogan e dalla retorica, il rispetto per gli avversari e la cortesia nei rapporti umani.
Cominciai a conoscerlo e a stimarlo nell’estate del 1957, quando da studente liceale ascoltai una sua relazione in un convegno nazionale sulla scuola del Movimento Giovanile della DC a Sestriere. Lo incontrai per l’ultima volta nel 2008 ad una conferenza dell’Istituto Sturzo di Roma (nella foto).
Nel suo ultimo articolo, pubblicato il 2 giugno 2023, Bodrato si domandava con preoccupazione: “Può esistere una democrazia senza popolo e senza partiti?”. Ammoniva che “con il tramonto delle ideologie rischiano di tramontare le idee su cui sono fondate le diverse forze politiche, ed anche i valori sanciti dalla Costituzione repubblicana”. E denunciava “la tendenza a ridurre la democrazia alla ricerca di un ‘capo’ cui affidare tutto il potere”.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito Guido Bodrato “un testimone esemplare per la Repubblica e non soltanto per chi lo ha conosciuto e gli è stato amico”.
Nicola Bruni