Da “Ora et labora” a “Prega mentre lavori”

“Prega mentre lavori” è la versione aggiornata del motto “Ora et labora” (Prega e lavora), che fin dal VI secolo costituisce la Regola dei monaci di San Benedetto. L’ha indicata, anche ai fedeli laici, Papa Francesco nell’udienza generale del 9 giugno 2021 in Vaticano, citando San Giovanni Crisostomo, arcivescovo di Costantinopoli nel IV secolo e dottore della Chiesa, che diceva: “Anche al mercato o durante una passeggiata solitaria è possibile fare una frequente fervorosa preghiera. E’ possibile pure nel vostro negozio, sia mentre comperate sia mentre vendete, o anche mentre cucinate”

Basta anche una breve invocazione a Dio, recitata con fede, come “Signore, aiutami”, aggiunge il Papa, che raccomanda a tutti di avere costantemente “il cuore in preghiera”.

L’idea di pregare mentre si fa qualsiasi cosa, mi ha fatto tornare in mente questa barzelletta ebraica. 

“Niente da fare! – riferì sconsolato Samuel, studente di un collegio rabbinico, ai suoi compagni fumatori, obbligati come lui a pregare per molte ore al giorno – Ho chiesto al maestro se si può fumare mentre si prega: mi ha risposto che quando si prega, si prega”.

“Non hai saputo porre la domanda”, obiettò Salomon, il più furbo tra loro, e andò a interpellare nuovamente il rabbi: “Maestro, si può pregare mentre si fuma?”. “Certo! – rispose quello – Si può pregare sempre”. 

Ecco: si può pregare sempre. Per esempio, anche mentre ci si sta facendo la doccia, o si sta gustando un gelato, o si sta giocando al pallone, o si sta guidando un’automobile, o ci sta rilassando in spiaggia sotto un ombrellone. Pregare non soltanto per chiedere qualcosa a Dio, ma principalmente per ringraziarlo di tutto ciò che di buono ciascuno di noi ha e che riesce a fare bene nella quotidianità della vita. Come, per esempio, scattare una bella foto o inviare un messaggio positivo agli amici di Facebook.

Nicola Bruni

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