Come dice Vossia

Le conversazioni quotidiane che ho intrattenuto, per 47 anni, con “la mia signora” si svolgevano spesso sul filo dell’umorismo, con l’uso spiritoso di un “lessico familiare” infarcito di espressioni dialettali o di gergo, del tipo Trasisse, trasisse, s’assettasse (entri, entri, si sieda), o A muttuni e ruzzuluni (a spizzichi e bocconi), che rimandavano ad aneddoti gustosi della nostra lunga vita.

Per esempio, i piedi li chiamavamo “le pere”, ricordando un episodio capitato a Elina quando da ragazza faceva la direttrice di colonia montana a Milo, sull’Etna: una bambina andò a chiederle il permesso di lavarsi “le pere” (in siciliano, “li peri”).

Quando dovevamo partire per una vacanza, preparavamo le “vialicie“. Ci piaceva chiamarle così in ricordo del grido tragicomico “La vialicia!” lanciato da un gruppo di emigranti calabresi scesi dal nostro treno a Stoccarda in Germania, carichi di bagagli: ne avevano dimenticato uno sul convoglio che stava ripartendo. Peraltro, Via Licia è l’indirizzo della casa di Roma dove sono nato.

Io sono romano, nato da genitori calabresi. Elina era siciliana di Catania, ma con una nonna calabrese e un nonno mantovano, dal quale sembrava aver ereditato gli occhi verdi. Si dà il caso che, quando la conobbi, per l’appunto lei “aveva gli occhi dell’amore, verdi” e io “m’innamorai di lei”, come recita la canzone di Renato dei Profeti.

La prima volta che la vidi, bellissima, mi parve una dea dell’Olimpo, ma poi, frequentandola, mi accorsi che invece era una dea dell’Etna.

Un giorno, al porto di Ischia, mentre aspettavamo l’aliscafo, si levò improvvisamente “un vento… un vento“, come disse Elina. E poiché, in quel momento, stava passando una bella ragazza prosperosa, io aggiunsi: “Un vento di bonaccia!”. Da allora, per noi, il vento è stato sempre “di bonaccia“.

Una volta, un’anziana fioraia siciliana rispose ad Elina che insisteva nella sua scelta: “Come dice Vossia“. Da allora, io rispondevo così alla mia “metà” se vedevo che lei insisteva per avere ragione in una discussione: “Come dice Vossia“. In questo modo, filavamo d’amore e d’accordo.

Nicola Bruni