Il principino azzurro dagli occhi sognanti

   C’era una volta, tanti anni fa, nella capitale del Bel Paese, un Principino Azzurro dagli occhi sognanti, che viveva nel mondo delle fiabe. 

    Un bel giorno fu invitato al Gran Ballo di Carnevale della Scuola. Allora indossò il suo costume migliore, di velluto azzurro decorato da lustrini, con una piuma bianca sul cappello, per andare alla festa. 

    Poi, però, si ricordò che era single, che non conosceva neppure una Cenerentola da condurre sottobraccio, poiché i suoi compagni erano tutti maschi, e si fece triste. Ma non si perse d’animo e si mise alla ricerca di una dama. 

    Cammina, cammina, cammina, in giro per la città, non riuscì a trovare nessuna mascherina che facesse al caso suo. 

    Stava per rinunciare, quando, entrando nel Giardino Incantato della Scuola, scorse finalmente una graziosa Damina del Settecento che gli sorrideva accogliente. 

    Il Principino Azzurro le si avvicinò con il cuore in tumulto, le fece un inchino e le porse l’avambraccio destro, secondo l’etichetta di corte, dicendo: “Madame, s’il vous plaît, posso avere l’onore di accompagnarvi al Gran Ballo della Scuola?”.

    “Oui, Monsieur, merci”, rispose la Damina in francese con la erre moscia, come usavano a quel tempo le dame e i cavalieri dell’alta società.

    E così il Principino Azzurro e la Damina del Settecento ballarono insieme, felici e contenti, per tutta la durata della festa di Carnevale: valzer, tango, mazurca, polka, foxtrot, charleston… Fino a che, in un batter d’occhio, il bel sogno svanì.

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    Larga la foglia, stretta la via, dite la vostra ché ho detto la mia.

Nicolaus