Ci siamo incontrati nel web nel 2010, Antonino Rizzo e io, siamo diventati amici per corrispondenza, ma non ci siamo ancora visti di persona. Lui, avvocato “principe del Foro” di Cremona, lesse per caso un articolo del mio giornale online “Belsito con vista” scoprendo di avere avuto in comune con me, oltre che un’educazione cattolica, importanti esperienze formative (la direzione di un giornalino studentesco, la militanza nel Movimento giovanile della Democrazia Cristiana, la partecipazione agli organismi rappresentativi degli universitari), e anche di essere stato nei primi anni ’60 del secolo scorso un appassionato lettore del settimanale “Italiamondo”, del quale io ero uno dei principali redattori.
Ora ha pubblicato un libro dal titolo accattivante “I giorni dei gattopardi, i giorni degli sciacalli” (ed. Momboso), nel quale ripercorre l’itinerario culturale, politico e professionale della sua vita.
Rizzo fa riferimento ad una frase pronunciata dal principe Fabrizio nel romanzo “Il Gattopardo”, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni. Quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti, Gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra”.
E spiega: “Quando ero giovane, vedevo intorno a me gattopardi e leoni, personaggi le cui capacità pensavo non avrei mai potuto raggiungere. Vedevo illustri docenti universitari, grandi avvocati di profonda esperienza, magistrati di grande cultura e saggezza, politici abili e lungimiranti. Trascorsi ormai parecchi decenni, vedo, accanto a me, sciacalletti e iene, personaggi mediocri che tuttavia si credono il sale della terra”.
Dal suo racconto apprendo che abbiamo avuto, a distanza (lui da Cremona, io da Roma), la stessa formazione politico-culturale grazie al Movimento giovanile della Democrazia Cristiana, allora guidato da intellettuali di prim’ordine, che supplì all’arretratezza dei programmi scolastici, aprendoci alla conoscenza della storia recente e della cultura contemporanea, allo studio della Costituzione, all’europeismo, al dibattito sui temi dell’economia e dei problemi concreti del Paese, alla lettura di prestigiose riviste come “Il Mulino” e “Relazioni internazionali”. Infine, che abbiamo partecipato entrambi a due convegni nazionali del Movimento giovanile: nel 1960 a Pallanza, sui problemi della scuola e della condizione studentesca, e nel 1962 a Perugia, dove ascoltammo dal vivo un entusiasmante discorso di Fanfani, il grande statista che a quel tempo era il nostro leader.
Nicola Bruni
POST SCRIPTUM – Antonino Rizzo ha lasciato questa vita il 10 settembre 2020, in ospedale a Cremona, per le complicazioni seguita ad una caduta accidentale in casa che gli procurò la rottura del femore. Ho il rimpianto di non averlo conosciuto di persona. Aveva una grande fede. Ci vedremo, spero, in Paradiso.