La “capacità di godere con poco”, accontentandosi di una vita sobria, è il segreto della felicità che Papa Francesco indica nell’enciclica “Laudato si’ ” agli uomini e alle donne del nostro tempo. Come alternativa al consumismo ossessivo che lascia il “cuore vuoto” a chi cerca di riempirlo con “oggetti da comperare, possedere e consumare”. E come virtù da coltivare nell’ambito di una conversione educativa della persona tendente al recupero dei “diversi livelli dell’equilibrio ecologico: quello interiore con se stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio”.
Al centro dell’enciclica, ispirata al “Cantico delle creature” di San Francesco d’Assisi, dopo la denuncia dei mali che affliggono l’umanità e la “nostra madre Terra”, c’è la proposta di una “ecologia integrale”: innanzi tutto umana, familiare, sociale e della vita quotidiana, quindi anche ambientale, economica, culturale, attenta alle necessità dei poveri e al bene comune delle generazioni presenti e future.
Papa Francesco invita ciascuno di noi a contemplare la bellezza del Creato come dono e segno dell’amore di Dio; a riacquistare una semplicità che ci permetta di fermarci a gustare le piccole cose; a ringraziare per le possibilità che ci offre la vita senza rattristarci per ciò che non possediamo; a trovare soddisfazione negli incontri fraterni, nel servizio al prossimo, nel mettere a frutto le proprie doti personali, nella musica, nell’arte, nel contatto con la natura, nella preghiera; a non perdere mai l’opportunità di una parola gentile, di un sorriso e di qualsiasi piccolo gesto che semini pace e amicizia; a provare la gioia di trasformare la rinuncia in donazione a chi ha bisogno.
A queste sollecitazioni, il Papa aggiunge il suggerimento di alcuni fioretti di ecologia quotidiana, che dovrebbero far parte di uno stile interiorizzato di vita: come spegnere le luci inutili, coprirsi di più invece di accendere il riscaldamento, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un veicolo tra più persone, riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, trattare con cura gli altri esseri viventi, piantare alberi.
Nelle duecento pagine dell’enciclica c’è molto altro, ma questa è la parte costruttiva che mi è piaciuta di più.
Nicola Bruni