L’Unzione che salva


Il sacramento salvifico dell’Unzione degli infermi è stato impartito a 150 ammalati e anziani non ammalati durante una Messa prefestiva nel pomeriggio di sabato 11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes e Giornata mondiale del malato, nella mia chiesa di San Giuda Taddeo Apostolo a Roma (Largo Tacchi Venturi, quartiere Appio Latino).

La Chiesa cattolica insegna che questo sacramento (già chiamato impropriamente “Estrema unzione”) è stato istituito da Gesù con il primo invio missionario dei dodici apostoli, come attesta il Vangelo di Marco (6, 12-13): “E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano”.

Dopo la sua risurrezione, Gesù rinnova il mandato missionario, e include il comando dell’imposizione delle mani ai malati: “Nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Marco 16, 17-18).

L’apostolo Giacomo, nella sua Lettera, trasmette alla comunità cristiana l’insegnamento di Gesù: “Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati”.

Il Catechismo della Chiesa cattolica, in linea con gli orientamenti del Concilio Vaticano II, precisa (al paragrafo 1514) che l’Unzione degli infermi “non è il sacramento soltanto di coloro che sono in fin di vita. Perciò il tempo opportuno per riceverla si ha certamente già quando il fedele, per malattia o per vecchiaia, incomincia ad essere in pericolo di morte”.

E aggiunge (al paragrafo 1515): “Se un malato che ha ricevuto l’Unzione riacquista la salute, può, in caso di un’altra grave malattia, ricevere nuovamente questo sacramento. Nel corso della stessa malattia il sacramento può essere ripetuto se si verifica un peggioramento. È opportuno ricevere l’Unzione degli infermi prima di un intervento chirurgico rischioso. Lo stesso vale per le persone anziane la cui debolezza si accentua”.

Nicola Bruni
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Nella foto: antico tabernacolo per l’olio degli infermi nell’Ospedale di San Giovanni a Roma.

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