Pinocchio come fiaba teologica per adulti

Il romanzo di Collodi “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” (1883) torna nel 2019 alla ribalta cinematografica con un fim di Matteo Garrone accusato da alcuni critici di  “adultismo”.

Ma “Pinocchio” è davvero una fiaba per bambini? Lo è, ma con un complesso retroscena allegorico, pedagogico, letterario, biblico, teologico, politico, psicanalitico per adulti di buona cultura. Alcuni dei quali, nel corso dei decenni passati, si sono sbizzarriti a interpretarla in modi diversi: persino (ma non è il caso di Garrone) come un’allegoria teologica, benché si sia a lungo sostenuto che il racconto di Carlo Lorenzini, in arte Collodi (1826-1890), fosse un testo areligioso,

 Bisogna infatti ricordare che nella “Storia di un burattino” il protagonista invoca due volte “Dio mio” e un’altra “Sant’Antonio benedetto”, il Pescatore Verde ringrazia la “Provvidenza benedetta”, e i pescatori che hanno assistito dalla spiaggia alla scomparsa in mare di Geppetto e poi di Pinocchio “brontolano” ripetutamente “una preghiera”.

Giovanni Spadolini (1925-1994) argomentò che “la redenzione operata dal burattino è la redenzione laica di chi si appoggia sulle proprie forze, di chi fa leva sul libero arbitrio, sullo sforzo individuale, sul lavoro”.

Il cardinale Giacomo Biffi (1928-2015), studioso dell’opera di Collodi, confutò questa tesi osservando che Pinocchio, creatura di legno debole di carattere, insidiato da esseri maligni più astuti di lui, non può raggiungere la salvezza con i suoi soli sforzi se non interviene un aiuto superiore, che alla fine riesce a compiere il prodigio di fargli ritrovare il padre, riportarlo a casa e dargli una nuova natura elevandolo a quella di chi lo ha creato e lo ama come figlio.

 Secondo Biffi, questa fiaba sarebbe un’allegoria cristiana della storia della salvezza: l’uomo, creato da Dio, ha una vocazione soprannaturale perché chiamato a essere figlio dal suo creatore, ma il figlio fugge dal Padre, cede continuamente alle tentazioni del peccato, e solo con il ritorno al Padre, reso possibile dall’intervento salvifico della Grazia, realizza la sua vocazione partecipando alla natura divina.

Nicola Bruni

Nella foto in alto, una scena del film “Pinocchio” di Matteo Garrone.