Il “penultimo” bacio

Quel giorno baciai teneramente la mia sposa Elina, distesa su una lettiga, prima che fosse portata nella sala operatoria di una clinica romana per un intervento neurochirurgico “ad elevato rischio di morte”. Sapevamo che all’interno del cranio aveva un meningioma di 7 centimetri. “È il nostro ultimo bacio?”, mi domandò lei. “No, è il penultimo”, la rassicurai sorridendo. 

Era il 1° luglio del 1999. Grazie a Dio e al chirurgo Giulio Maira, l’operazione riuscì bene. Elina poté continuare a vivere per altri 22 anni, durante i quali i baci tra noi sono stati più dei “ventiquattromila” della famosa canzone di Adriano Celentano. 

I postumi dell’intervento richiesero una lunga riabilitazione. Lei, che era insegnante di Lettere, a 60 anni dovette imparare di nuovo a scrivere manualmente, cominciando dalle aste come i bambini di prima elementare. E, a poco a poco, si riprese del tutto. 

Purtroppo, quello fu per Elina solo l’inizio di una lunga “via crucis”, perché il suo meningioma, anche se “benigno”, era recidivante e si ripresentò, ad intervalli sempre più ravvicinati, per altre otto volte. Ogni sei mesi, si sottoponeva ad un controllo con risonanza magnetica, e quando il referto era positivo, dovevamo ricorrere subito ad un nuovo intervento, chirurgico o radiochirurgico, prima che il tumore aumentasse di volume e premesse sul cervello. 

Per la radiochirurgia, su meningiomi piccolissimi, andavamo a Verona, dove funziona in “day hospital” un centro di eccellenza con i raggi Gamma Knife presso l’ospedale di Borgo Trento.

Elina affrontò, ogni volta, la situazione con grande coraggio, sostenuta dal mio amore, dalla fede in Dio e dalla preghiera. E la sua forza d’animo mi fu di conforto nel darle sostegno. Non la vidi mai piangere o tremare, prima delle quattro operazioni a cranio aperto alle quali si dovette sottoporre. E dopo ogni intervento, tranne quello del febbraio 2020 riuscito solo in parte, poté riprendere una vita quasi normale.

Ho trovato, in un’agenda, questa sua annotazione con la data del 16 aprile 2000: “Oggi sono felice, la vita si ridesta in me dopo mesi di vivere faticoso e dolente. L’amore di mio marito mi ha trasformata? Grazie, amore, ti devo tanto. Il nostro non è stato un cammino sereno, ma ci siamo sostenuti a vicenda e siamo andati avanti”.

Peraltro, la nostra vita di sposi ci ha accordato anche tanti doni, gioie e consolazioni: ci siamo amati intensamente fino all’ultimo; abbiamo generato due figli bravi e buoni, che ci hanno fatto diventare nonni di due splendidi nipoti; abbiamo goduto della stima e dell’affetto di tanti nostri alunni; per molti anni abbiamo potuto fare vacanze estive rilassanti in luoghi diversi. E, cosa più importante, abbiamo condiviso e conservato la fede in Dio, proiettando l’unione delle nostre anime nell’eternità.

L’8 agosto 2022, si compie un anno da quando Elina è stata chiamata in Paradiso.

Nicola Bruni

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Nella foto del 26 settembre 1999, Elina, al suo 60° compleanno, tre mesi dopo il primo intervento chirurgico per meningioma.

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