Francesco d’Assisi è il personaggio della storia d’Italia più venerato e amato nel mondo. Innumerevoli sono i miracoli attribuiti alla sua intercessione. La Chiesa cattolica lo proclamò santo appena due anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1226. A milioni di persone è stato dato, nelle varie lingue, il nome di Francesco o Francesca in suo onore. Gli sono state dedicate anche moltissime chiese, strade, piazze e città, tra le quali l’americana San Francisco. Il leader indiano Gandhi, di religione induista, aveva per lui una speciale ammirazione. La sua figura e la sua vita hanno ispirato, anche di recente, le opere di importanti pittori, scultori, poeti, scrittori, autori teatrali e cinematografici.
All’inizio del XIII secolo, San Francesco rinnovò profondamente la spiritualità cristiana, mediante la scelta della povertà evangelica, la predilezione per gli umili, la rivalutazione di tutto il creato come opera e dono di Dio agli uomini, la ricerca della pace e del dialogo anche con chi ha una fede diversa.
Nacque ad Assisi nell’inverno 1181/82. Figlio di Pietro di Bernardone, un ricco mercante, e di Giovanna, detta la Pica, trascorse la giovinezza tra i divertimenti. A 18 anni partecipò ad una guerra contro i Perugini, che lo catturarono e lo tennero prigioniero per un anno. Tornato a casa, in seguito ad una grave malattia, maturò una profonda conversione spirituale, finché all’età di 24 anni rinunciò alle ricchezze e all’eredità paterna, e si dedicò dapprima ad una vita di preghiera e di penitenza, poi alla predicazione del Vangelo, convertendo molte anime e raccogliendo numerosi seguaci, con i quali fondò gli ordini religiosi dei Frati Minori, delle Clarisse (di Santa Chiara) e dei Terziari (laici).
Nel 1219/20, al tempo della quinta Crociata, si recò in Egitto, in visita al sultano Melek-El-Kamel, che lo accolse molto bene ma non si lasciò convertire. Con quel gesto, Francesco indicò la via del dialogo pacifico con le altre religioni, che sarebbe stata intrapresa dalla Chiesa cattolica nella seconda metà del XX secolo, dopo il Concilio Vaticano II.
Nel 1223 realizzò a Greccio (Rieti) il primo presepio vivente. Nel 1224, sul monte della Verna, ricevette sul suo corpo le stimmate, i sacri segni delle cinque piaghe della passione di Gesù. Ancora nel 1224, compose il Cantico delle Creature, prima grande opera poetica della letteratura italiana, che fa di lui anche il fondatore dell’ecologismo.
Per umiltà, Francesco non volle mai essere ordinato sacerdote, limitandosi a servire da diacono all’Eucarestia.
Morì dopo una lunga malattia, a 44 anni, la sera del 3 ottobre del 1226, disteso umilmente per terra nei pressi della Porziuncola (la cappella sulla quale oggi sorge la basilica di Santa Maria degli Angeli) ad Assisi.
Il 16 luglio 1228 fu proclamato santo ad Assisi dal papa Gregorio IX, e nello stesso anno ebbe inizio la costruzione della basilica di Assisi in cui è stato sepolto.
Principale regola di vita di San Francesco era la povertà, perché il ricco – diceva – è attaccato ai beni di questo mondo e perciò difficilmente può entrare nel regno dei cieli. Egli divideva con i poveri, con i lebbrosi, con le persone più disprezzate della società, il poco cibo ricevuto in elemosina. E si rivolgeva con amore a tutte le creature, compresi agli animali (“sirocchie mie uccelli”) e gli elementi della natura (“messor lo frate Sole… sor’Aqua…”), scorgendo in ciascuna di esse l’impronta di Dio creatore. In un’epoca in cui il potere, la ricchezza, il lusso e i piaceri della vita costituivano i valori dominanti nella società, perfino tra gli uomini di chiesa, San Francesco predicava l’umiltà, la povertà, la purezza di cuore, la fratellanza universale e la pace. Il suo saluto augurale era: “Pace e bene”.
Pur andando controcorrente, egli si mantenne sempre fedele alla Chiesa e obbediente al suo vescovo e al Papa.
A San Francesco è stato attribuito dalla Chiesa il titolo di Patrono d’Italia.
Nicola Bruni
Affresco del Monastero di San Benedetto a Subiaco con il più antico ritratto di San Francesco, che fu qui pellegrino nel 1223.
