La cafonaggine di Donald Trump mi ricorda quella di Trimalchione, un personaggio del Satyricon di Petronio, che studiai all’università per la letteratura latina. L’autore ce lo descrive diffusamente nell’episodio della Cena Trimalchionis: un liberto romano, che dopo essere stato affrancato dalla schiavitù, si è smisuratamente arricchito con i commerci, abita in una villa sontuosa, decorata da grandi affreschi alle pareti con scene della sua vita, sbalordisce al loro arrivo gli ospiti, invitati per una cena-spettacolo, mostrando un servo che lava i piselli in un catino d’argento, una gazza che gracchia in una gabbia d’oro, la sua barba esposta come una reliquia in un cofanetto prezioso.
Nei discorsi con i commensali, si vanta dei notevoli successi economici conseguiti, si dà arie da raffinato poeta, pur essendo rozzo e ignorante, e sostiene che per essere considerati nella società bisogna avere, non essere.
Durante la cena, nella quale trionfa il cattivo gusto, Trimalchione si ubriaca e litiga in maniera furibonda con quella “vipera” di sua moglie davanti agli ospiti, completando così il quadro della sua maleducazione.
Le analogie che io vedo fra Trimalchione e il cafone arricchito Trump sono, innanzi tutto, nell’arrogante maleducazione dell’attuale presidente degli Stati Uniti, che dice parolacce nell’esercizio delle sue funzioni, bistratta ospiti illustri, insulta e minaccia anche Paesi amici e alleati. Aggiungo il narcisismo egocentrico, il cattivo gusto di esibire sfacciatamente le sue enormi ricchezze, l’ineleganza di indossare un ridicolo cappellino da propagandista su un completo blu con cravatta durante incontri internazionali, la mancanza di cultura che rivela in molti suoi discorsi. E, non ultimo, la sua convinzione che si vale solo se si è ricchi, e nella misura in cui si è ricchi.
Purtroppo, i difetti peggiori di Trump non sono questi: sono il suo bullismo da imperatore del mondo, l’abuso dittatoriale che fa dei suoi poteri di presidente, l’insofferenza per la libertà di stampa, la tendenza a capovolgere la verità con la propaganda, la disumanizzazione che applica ai suoi nemici (in particolare, agli immigrati irregolari) e ai nemici palestinesi dei suoi amici israeliani, l’abbandono del diritto internazionale, mancanza di una strategia, l’umoralità mutevole e imprevedibile delle sue decisioni politiche, l’inaffidabilità dei suoi impegni con la Nato, la preferenza data agli affari “sovranisti” rispetto alle alleanze e alla giustizia nei rapporti con gli altri Stati,
In che mani siamo, da alleati-vassalli degli Stati Uniti!
Dio ce la mandi buona.
Nicola Bruni