Non in nostro nome

Sono andato a votare  con convinzione, domenica 8 giugno 2025, ai cinque referendum proposti su questioni di giustizia sociale, pur prevedendo che non si sarebbe raggiunto il quorum, per la disaffezione elettorale di gran parte degli italiani (48,31 % di votanti alle elezioni europee del 2024), aggravata dal boicottaggio dei partiti di centro-destra e dalla mancanza di un’adeguata informazione nelle reti televisive.

Sapevo che la mia, insieme con quella di tanti altri cittadini (sul territorio nazionale abbiamo votato in 14 milioni, pari al 30,58%), sarebbe stata una testimonianza politica e morale di chi non si volta dall’altra parte di fronte ai drammi della precarietà nel lavoro, alla legittimazione di licenziamenti illegittimi (come quelli di tante donne che rifiutano prestazioni sessuali al “padrone”), alle quotidiane tragedie delle “morti bianche” nelle aziende in subappalto, allo sfruttamento di tanti onesti lavoratori immigrati che neppure dopo 10 anni riescono ad ottenere la cittadinanza italiana.

Con lo stesso spirito di testimonianza politica e morale, avevo partecipato il giorno precedente alla manifestazione oceanica contro i massacri a Gaza e la complicità del Governo italiano con lo Stato di Israele, che si è tenuta a Roma in piazza di Porta San Giovanni. Infatti, prevedevo che neppure quella grande prova di indignazione popolare avrebbe fermato lo sterminio di palestinesi, perseguito da Netanyahu, né avrebbe indotto il Governo italiano a interrompere la lucrosa vendita a Israele di armi e munizioni che contribuiscono alle stragi di innocenti in terra di Palestina. 

Tant’è che, il giorno successivo, il Governo Meloni ha lasciato che si rinnovasse automaticamente per la quarta volta l’accordo (segretato) di cooperazione militare tra Italia e Israele, sottoscritto nel 2005 e che nelle attuali circostanze viola palesemente l’articolo 11 della Costituzione.

Sia la manifestazione per Gaza sia i referendum sono serviti a tanti italiani come me, per dichiarare pubblicamente a chi commette o sostiene crimini contro l’umanità o si volta dall’altra parte di fronte alle ingiustizie: “Non in mio nome, non in nostro nome”.

Nicola Bruni

Nella foto, una parziale veduta aerea della manifestazione Pro Gaza che si è tenuta sabato 7 giugno a Roma in Piazza di Porta San Giovanni.