Sul Ponte di Bassano… per un bacin d’amore

“Nicola caro, mentre tu sei in viaggio per arredare il nostro ‘nido’, sento il vivo desiderio di manifestarti tutto il mio amore e di mandarti un bacio ”, mi scriveva Elina da Catania il 24 maggio del 1974, quaranta giorni prima del nostro matrimonio. 

Quel giorno ricorreva la festività dell’Ascensione, e io avevo approfittato della vacanza scolastica per andare da Roma a Bassano del Grappa, dove avevo appuntamento con un mobiliere che avrebbe arredato la nostra casa di sposi. 

Ero partito in treno la sera prima. Il contatto telefonico con quel negoziante mi era stato fornito da una mia collega di scuola, che si era sposata da poco e aveva fatto acquisti da lui ottenendo un forte sconto. 

Non conoscevo quella bella cittadina della provincia di Vicenza, ma ricordavo di aver cantato in coro da bambino “Sul Ponte di Bassano noi ci darem la mano… per un bacin d’amor”. Il mobiliere Carlo fu molto cordiale: mi mostrò la sua esposizione e una serie di cataloghi e mi disse che avrei potuto in seguito ordinare altri mobili scelti a Roma indicandogli la casa produttrice e il relativo codice. Ad affare fatto, lui prima mi offrì il pranzo e poi mi condusse a visitare il famoso Ponte degli Alpini, dove ci salutammo – come dice la canzone – dandoci la mano.

Comprai direttamente da lui i mobili del soggiorno e della cucina e due lampadari, mentre per la camera da letto gli feci l’ordinazione per telefono, dopo averla scelta con Elina in un negozio di Roma. Lo sconto sui prezzi di listino fu di circa il 30 per cento. Ebbene, quei mobili di ottima qualità, a distanza di quasi mezzo secolo, si mantengono ancora in buona salute.

L’epistolario della mia corrispondenza con Elina, che ho raccolto in un album, testimonia gli spasimi amorosi del nostro fidanzamento a distanza durato 11 mesi, durante i quali – ahinoi! – potemmo frequentarci per non più di 40 giorni.

Celebrammo il matrimonio il 3 luglio a Catania. E dopo un avventuroso viaggio di nozze con tappe principali a Lourdes e a Copenaghen, cominciammo ad allestire il nostro primo “nido” a Roma in Via Concordia, nell’appartamento in affitto lasciato libero dai miei genitori, che avevano cambiato casa dopo i matrimoni di mia sorella e mio fratello. 

Nel frattempo, Elina, che insegnava a Catania, ottenne il trasferimento nella scuola media Quinto Ennio di Roma, nella quale io ero titolare di cattedra. Allora io rinunciai all’incarico che avevo da cinque anni all’istituto tecnico femminile Margherita di Savoia, e dal successivo mese di ottobre potemmo andare a lavorare ogni giorno insieme con la mia Fiat 500, felici poter stare l’uno accanto all’altra anche nel tragitto casa-scuola e scuola-casa.

Nicola Bruni 


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Nella foto, del 3 novembre 1973, Elina e io siamo, da fidanzati, nel Parco degli Scipioni a Roma.

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