Il peccato senza il peccatore per le leggi antiebraiche

“Parigi val bene una Messa”, disse Enrico di Navarra, già capo dei calvinisti francesi, quando nel 1589, dopo aver vinto la guerra civile “dei tre Enrichi”, abiurò la sua fede religiosa e si fece cattolico per essere incoronato re di Francia con il titolo di Enrico IV di Borbone.

Parafrasando quella storica frase, potremmo oggi dire che per i vincitori postfascisti delle ultime elezioni politiche in Italia “Palazzo Chigi val bene una messa… in scena”, come le lacrime della presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Sinagoga di Roma per le leggi razziali antiebraiche e la deportazione degli ebrei italiani o la muta preghiera del presidente del Senato Ignazio la Russa al Muro del Pianto di Gerusalemme.

In queste e in altre circostanze le due più alte cariche della destra al potere hanno pronunciato dure parole di condanna dei “crimini”, delle “ignominie” e degli “orrori” perpetrati contro gli ebrei senza mai nominare i fascisti che li hanno compiuti o hanno attivamente collaborato al loro compimento.

Ultimamente, nella ricorrenza dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, la presidente del Consiglio ha rilasciato una dichiarazione in cui parla di “335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”, ed è stata giustamente accusata di voler “riscrivere la storia”.

Si sa, infatti, che le 335 vittime della rappresaglia nazista, innocenti per la bomba di Via Rasella, erano in larghissima maggioranza antifascisti, partigiani antinazisti, militari che non avevano aderito alla RSI. Ben 75 di loro erano ebrei, messi a morte solo perché ebrei. C’era anche un sacerdote cattolico, accusato di aver nascosto alcuni perseguitati. Per fare numero, il questore fascista di Roma, Pietro Caruso, prelevò anche un gruppo di detenuti comuni dal carcere di Regina Coeli. Peraltro, non tutti erano italiani: quando si identificarono i corpi delle vittime, si scoprì che c’erano anche 9 stranieri.

Lo stesso questore fascista, che aveva fornito ai tedeschi gli elenchi degli ebrei, fu personalmente responsabile della morte di 5 ostaggi che per un eccesso di zelo aveva consegnato in più rispetto al numero a lui richiesto.

Meloni, Larussa e “camerati” della nuova maggioranza di governo hanno evidenti difficoltà a riconoscere le colpe dei loro antenati politici fascisti: ragion per cui è lecito domandarsi se questi nostri governanti siano o no, in cuor loro, dei fascisti.

Nicola Bruni

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Nella foto, il mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma con le tombe delle vittime della rappresaglia nazista.

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