Una strage di migranti voluta

Una strage di migranti come quella di Cutro, l’hanno cinicamente voluta lorsignori del Governo Meloni-Salvini-Taiani-Piantedosi: hanno, infatti, creato le condizioni perfette perché, prima o poi, accadesse – se non a Cutro, altrove nel “Mare Nostrum” – in modo da spaventare altri disperati che avessero intenzione di tentare la traversata verso l’Italia.

In quella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 in cui si è verificata la tragedia, con l’annegamento di più di 100 persone, compresi molti bambini e profughi dall’Afghanistan, non c’era nessuna nave di soccorso a presidiare le acque del Mediterraneo, mentre il mare era in burrasca, perché tutte le navi delle Ong disponibili erano state fatte dolosamente allontanare con l’assegnazione di porti di sbarco molto distanti. E la Geo Barents, di Medici senza Frontiere, era stata appositamente punita con una multa e bloccata con un fermo amministrativo di 20 giorni, per aver salvato dalla morte senza averne il permesso 48 poveri cristi.

E quando, 7 ore prima dello schianto sugli scogli, il peschereccio sovraccarico di migranti è stato segnalato da Frontex alle competenti autorità italiane (dal Ministero dell’Interno alla Guardia Costiera), si sono mosse solo per un controllo di polizia due motovedette della Guardia di Finanza, che però non riuscivano a tenere il mare in burrasca e sono dovute tornare indietro. Perché, allora, non è stato deciso un intervento di soccorso delle più robuste navi della Guardia Costiera, essendo evidente che il mare in burrasca avrebbe potuto travolgere quella fragile imbarcazione di legno? 

A questa domanda, il Governo non ha dato risposta. Ed è plausibile il sospetto che chi doveva decidere l’intervento di salvataggio se ne sia “fregato altamente” della vita di quei migranti, o che abbia avuto paura di apparire troppo zelante agli occhi del ministro Salvini (dal quale dipende la Guardia Costiera), impegnato a propagandare la “linea dura” contro gli sbarchi.

Dunque, il decreto-legge contro le navi private di salvataggio ha cominciato a funzionare secondo la finalità non dichiarata – “più affogati, meno immigrati” – del Governo che lo ha voluto e della maggioranza parlamentare che lo ha votato. Gente che continua a dire che l’unica soluzione è “fermare le partenze”. Ma come? Aumentando le pene per gli scafisti, che sono soltanto i manovali del traffico di esseri umani. E, a quanto pare, affidando ad altre organizzazioni di negrieri nei paesi di imbarco il lavoro sporco di imprigionare a tempo indeterminato in lager orrendi i migranti che scappano da guerre, oppressioni dittatoriali, persecuzioni etnico-religiose, terremoti, sciagure climatiche e miseria. Così come l’Italia sta facendo da anni – con scarsi risultati – finanziando i carcerieri trafficanti dei lager libici, che lasciano scappare su “carrette del mare” i prigionieri dopo avergli estorto con torture e stupri un esoso riscatto, e fornendo navi e stipendi alla corrotta Guardia Costiera libica che li cattura e li riporta nei lager.

Nessun impegno è venuto dal Consiglio dei ministri, inutilmente riunito a Cutro, per garantire operazioni di salvataggio con la Marina Militare nelle acque del Mediterraneo ed evitare altri naufragi, altre centinaia di morti affogati. Alla proposta ha messo il veto il “truce” Salvini.

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Nicola Bruni

Nella foto, un gruppo di soccorritori recupera la salma di un migrante annegato, sulla spiaggia di Steccato di Cutro.

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