Ho realizzato in sole tre mattinate, con l’aiuto di alcuni studenti, l’edizione 2022 del tradizionale presepe natalizio della scuola media Teodoro Mommsen di Roma, l’istituto del mio quartiere Appio Latino dove ho insegnato dal 1997 al 2005.
È la ventiseiesima volta consecutiva, dal dicembre del 1997, che ricostruisco simbolicamente la scena della nascita di Gesù nel salone d’ingresso della scuola. L’avevo fatto da “prof” e ho continuato a farlo da presepista volontario dopo aver lasciato l’insegnamento.
Anche quest’anno, mentre lavoravo al presepe, ho avuto il piacere di ricevere complimenti e ringraziamenti da insegnanti, genitori e classi di alunni che passavano davanti a me.
Ho posto al centro e in primo piano la capanna della Natività, con Gesù bambino, Maria, Giuseppe, un angelo, un bue e un asinello, davanti alla quale sostano in adorazione, tra gli altri, due studenti e un insegnante, mentre altri personaggi – uomini, donne e bambini, pastori, contadini, pescatori, operai, massaie e casalinghe – si avvicinano recando doni alla Sacra Famiglia.
La capanna è ubicata alla periferia del paese di Betlemme. Alla sua destra ci sono alcune case costruite in cartoncino e l’Hotel Non-c’è-posto, la locanda che ha rifiutato di accogliere Maria partoriente e il suo sposo Giuseppe; sulla sinistra, i laboratori degli artigiani; più in là, c’è la campagna con un grande prato sul quale pascola un gregge di una sessantina di pecore e capre.
In fondo al prato, un piccolo torrente che scende da una montagna forma un laghetto, dove due lavandaie lavano i panni, un vecchio si bagna le mani e un pescatore getta l’amo.
In lontananza, nel passaggio di una stretta gola tra due monti, si intravedono i tre Re Magi, venuti dall’Oriente, che avanzano sui loro cammelli seguendo la stella alla ricerca del Figlio di Dio nato a Betlemme.
Tra le statuine ammesse a questo presepe ci sono diversi musicanti: suonatori di zampogna, di piffero, di organetto, di fisarmonica. Il loro suono non si sente, ma, nell’atmosfera natalizia, si può immaginare.
Nicola Bruni
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