Sestriere 1957, a scuola da leader studentesco

La sera del 19 agosto 1957, a 15 anni, con un po’ di emozione presi per la prima volta un treno da solo – Roma Termini – Torino Porta Nuova -, diretto a Sestriere, un paese alpino a 2000 metri di altitudine. Viaggio in dormiveglia, seduto su una poltrona di seconda classe. Ero stato scelto dal Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana per partecipare, in rappresentanza dell’Unione Romana Studenti Medi, ad un convegno nazionale di liceali “impegnati”. Due mesi prima, avevo superato con cinque 7 e due 8 gli esami di quinta ginnasiale all’Augusto di Roma. Fu così che, per la prima volta nella mia vita, alloggiai in un albergo: l’Hotel La Torre, un elegante edificio a struttura cilindrica con rampa elicoidale interna, opera architettonica d’avanguardia. Mi fu assegnata una confortevole camera singola con vista “mozzafiato” sulle Alpi. “Uau!” Ebbi la piacevole sensazione di essere finalmente diventato un “signore”. 

Ho ricostruito quell’esperienza sulla base di appunti, testi ciclostilati e ritagli di giornale conservati nel mio archivio. Nell’elenco dei trenta convegnisti – il più giovane ero io – figuravano dieci direttori di giornali studenteschi di altrettante città, dal Piemonte alla Sicilia. E tra gli otto relatori spiccavano i nomi illustri del professor Vincenzo Cappelletti (futuro presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana), del filosofo Augusto del Noce, del pedagogista Giovanni Gozzer e del giornalista Carlo Fuscagni (futuro direttore di Rai Uno).

Gli argomenti trattati: storia della scuola italiana, scuola e cultura, scienza e tecnica nella formazione scolastica, proposte di riforma della scuola, strumenti organizzativi del movimento studentesco, redazione di un giornale di istituto. Gli ultimi due temi furono oggetto anche di discussioni in riunioni di gruppo. 

La principale indicazione operativa che ne trassi fu questa: il giornale studentesco deve avere una linea politica equilibrata, non di parte, ispirata ai princìpi democratici della Costituzione; deve cercare di dire le cose serie e difficili con un linguaggio semplice; deve parlare agli studenti ma non prostituirsi ai gusti degli studenti. Il convegno di studio durò quattro giorni, durante i quali mi capitò di annotare dotte citazioni di Jacques Maritain, Alexis de Tocqueville, Sant’Agostino, Niccolò Machiavelli e Tommaso Moro. Quella di Maritain, che poi mi “rivendetti” gratis in età adulta, diceva: “Ci sono corsi di filosofia ma non corsi di saggezza; la saggezza si raggiunge attraverso l’esperienza spirituale”.

Tornai a Roma con un “bagaglio” di idee, di conoscenze e di entusiasmo che mi consentì, all’inizio del mio terzo anno di liceo-ginnasio, di rifondare il giornalino di istituto Augustus, che si era estinto. 

Elaborai una dichiarazione programmatica, mi accordai in anticipo con i rappresentanti di diverse classi e convocai, con il permesso del preside, un’assemblea studentesca in orario pomeridiano, per l’elezione del direttore dell’Augustus, presentando la mia candidatura. La spuntai a maggioranza, a 16 anni appena compiuti, battendo – con grande meraviglia del preside – un competitore diciottenne iscritto all’ultimo anno. Il primo numero, da me firmato come direttore, uscì a metà dicembre del 1957. 

Nel triennio 1957/1960, riuscii a pubblicare 15 numeri di una rivistina a stampa formato quaderno, con mille copie di tiratura, intorno alla quale si sviluppò un “ambaradan” di attività studentesche autogestite: complessi musicali, feste da ballo in locali pubblici, spettacoli teatrali, gite turistiche, assemblee, scioperi e cortei per le vie del centro. Attività che coinvolsero, come attore, cantante, suonatore di chitarra e ballerino, anche la futura “star” Gigi Proietti, alunno della sezione H.

Nel mio ultimo anno di liceo, io fui anche eletto presidente dell’Unione Romana Studenti Medi, e in quella veste guidai un movimento nazionale di protesta contro un assurdo decreto del ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Medici, che appesantiva enormemente i programmi degli esami di maturità. Alla fine, subissato dai cortei studenteschi, quel ministro ottocentesco con le ghette si piegò ad un compromesso: al posto dei programmi integrali di tutte le materie della terzultima e penultima classe, avremmo portato agli esami, in aggiunta a quelli dell’ultimo anno, soltanto alcuni argomenti scelti dai nostri professori. Deo gratias.

Nicola Bruni

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Nelle foto, scattate a Sestriere il 22 agosto 1957: a sinistra, l’Hotel La Torre; a destra, io sono (terzo da sinistra)

con Celso De Stefanis, delegato nazionale del Movimento Giovanile DC, e lo studente Giovanni Garofalo (futuro giornalista Rai).

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