Corradini, il prof goliardo che “battezzò” Romano Prodi

Ha 86 anni, una moglie sposata nel lontano 1960, 3 figli, 10 nipoti e 5 pronipoti il mio amico Luciano Corradini, illustre pedagogista, professore emerito dell’Università Roma Tre, maestro dello “star bene a scuola”, teorico del potere “terapeutico” o “preventivo” dell’educazione come impegno di qualificazione personale, promotore della scuola come comunità educativa e accogliente. 

Ora vive a Brescia, dove continua a scrivere, a dialogare con docenti e studenti, e a coltivare con la sua sposa, Maria Bona Bonomelli, una bellissima storia di “amore eterno” cominciata sui banchi dell’Università Cattolica di Milano il 26 febbraio del 1956. 

Ho il piacere di conoscerlo dal 1970, da quando era un insegnante di liceo e frequentava con me i convegni di aggiornamento dell’Uciim, associazione professionale dei docenti cattolici. Lui partecipò anche al convegno Uciim di Loreto del 1973, dove io incontrai la mia futura sposa Elina, e fu testimone del nostro idillio.

Il professor Corradini è un tipo spiritoso, “alla mano” con gli studenti, fautore come me di una cultura “senza barba”, che metta al bando la noia. Ha tenuto moltissime conferenze in giro per l’Italia. I suoi discorsi sono vivacizzati da battute e aneddoti curiosi. Alcune volte, chiamato a presiedere un convegno su argomenti molto seri, alla fine ha sorpreso l’uditorio tirando fuori dal taschino un’armonica a bocca e suonando, a mo’ di saluto, un allegro motivetto.

È stato vicepresidente del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione dal 1989 al 1997 e sottosegretario dello stesso ministero nel Governo Dini dal gennaio 1995 al maggio 1996. È autore di una trentina di libri e di centinaia di articoli su temi educativi, didattici, storici e sociali.

Per capire l’estrosità del personaggio, bisogna risalire agli anni in cui, da studente universitario della Cattolica, divenne capo della goliardia di quell’ateneo, con il titolo di Pontifex Maximus. Un giorno di novembre del 1957, rivestito di solenni paramenti pontificali, gli capitò di impartire il “battesimo matricolare”, con una caraffa d’acqua versata sulla testa, a due studentelli del primo anno che poi avrebbero fatto una luminosa carriera nella vita: Romano Prodi, futuro capo del Governo e presidente della Commissione europea, e Tiziano Treu, futuro ministro e ora presidente del Cnel.

In un libro del 2008 intitolato “A noi è andata bene”, ha raccontato le vicende della sua famiglia, ammettendo di non aver saputo mettere in pratica come genitore le teorie pedagogiche da lui stesso insegnate: quando non riusciva a comunicare con i figli adolescenti, due femmine e un maschio, si affidava con la preghiera a Dio Padre. Il quale, poi, lo ha esaudito indirizzando la sua prole sulla retta via.

Nicola Bruni