Carlo Acutis, primo beato del web

E’ “beato” Carlo Acutis, studente milanese morto a 15 anni il 12 ottobre 2006 per una leucemia fulminante, che è stato riconosciuto dalla Chiesa come “modello ed esempio di vita cristiana”. Un ragazzo normale, classe 1991, appassionato ed esperto di Internet, innamorato di Dio e dedito ad aiutare gli altri, particolarmente i più bisognosi. E’ il primo dei millenials nativi digitali ad essere innalzato agli onori degli altari, e molti già lo considerano il patrono del web.

La sua faccia sorridente campeggia nei “social media”. Oggi ci sono più di 200 siti e blog che parlano di lui in diverse lingue, e che raccontano storie di conversione riferite all’influenza del suo esempio. I genitori ricevono lettere e richieste di preghiera che arrivano da ogni parte del mondo.

Alla sua intercessione sono attribuite diverse guarigioni miracolose. Quella riconosciuta ufficialmente come miracolo dalla Chiesa accadde in Brasile, a Campo Grande, nel settimo anniversario della morte, il 12 ottobre 2013. Matheus, 6 anni, era nato con il pancreas biforcuto e non riusciva a digerire alimenti solidi. Padre Marcelo Tenório invitò i parrocchiani a una novena e appoggiò un pezzo di una maglia di Carlo sul piccolo paziente, che l’indomani cominciò a mangiare. La Tac dimostrò che il suo pancreas era divenuto identico a quello degli individui sani, senza che i chirurghi lo avessero operato: una guarigione istantanea, completa, duratura e inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche.

Papa Francesco, nell’esortazione apostolica “Christus vivit”, lo ha proposto ai giovani come modello di santità dell’era digitale. Nel 2018 lo aveva dichiarato “venerabile”.

La proclamazione di Carlo Acutis beato, decretata da Papa Francesco, è stata pronunciata il 10 ottobre dal delegato pontificio cardinale Agostino Vallini durante una Messa solenne nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi.

La memoria liturgica del beato Carlo Acutis sarà celebrata ogni anno il 12 ottobre, giorno della sua morte.


Nicola Bruni

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