La “pen friend” inglese dei miei anni verdi

Avevo 14 anni quando la mia insegnante di inglese del ginnasio mi assegnò l’indirizzo di una ragazza inglese con la quale fare corrispondenza: una “pen friend“, amica di penna. Era il 1956. Le scrissi, presentandomi, e mi rispose. Si chiamava Diane Ross, era mia coetanea (“fourtheen years old”), alunna (“pupil“) di high school, e abitava a Leeds. Usava la tipica grafia tondeggiante che si insegnava nelle scuole britanniche.

    Ricevetti una sua piccola foto in bianco e nero, e vidi che, secondo i miei gusti, non era bella. Tuttavia intrapresi con lei uno scambio di lettere, che si protrasse per un decennio, e io mi affezionai alla sua persona.

    Io, scrivendo in inglese, le raccontavo dei miei studi, delle feste da ballo, delle vacanze, dei luoghi che avevo visitato, dei libri che avevo letto, di quello che succedeva a Roma. Lei mi mandò una foto del suo “caravan“, la roulotte di famiglia con la quale d’estate andava in vacanza in un villaggio turistico dotato di un “swimming pool“, una piscina nella quale si tuffava e nuotava.

    Nell’estate del 1961, dopo il primo anno di università, feci un viaggio in Inghilterra, in compagnia del mio amico Nino Criscenti (futuro giornalista e vicedirettore di Rai1), con il proposito anche di raggiungerla, per conoscerla di persona.

    Andammo a Londra con un volo charter organizzato dall’Unione degli universitari (Unuri) su un traballante aereo bimotore partito da Milano. Nella capitale britannica alloggiammo per tre settimane in un bed and breakfast di Baker Street (la via del mitico Sherlock Holmes), nei pressi del magnifico Regent’s Park.

    Poi, come avevamo programmato, spedimmo a casa le valigie, e zaino in spalla affrontammo un avventuroso viaggio in autostop (“hitchhiking“) da Londra a Edimburgo, passando per Oxford, Stratford on Avon (la città natale di Shakespeare), e la contea di Liverpool, dove – senza poterle telefonare – riuscimmo a rintracciare la pen friend Diane in vacanza e a trascorrere alcune ore in sua compagnia.

    Tornammo a Roma, dopo 42 giorni, viaggiando gratis con il pollice alzato attraverso la Francia e l’Italia, e dormendo negli ostelli della gioventù.

    Nel 1963 Diane si sposò, e io ebbi la stramba idea di spedirle come regalo di nozze il pupazzo di una studentessa universitaria italiana con il cappello goliardico dalla lunga punta. Come quello che a quei tempi io indossavo orgogliosamente in occasione della “Festa della matricola“. A ripensarci, mi mordo le mani, perché suppongo di non averci fatto una bella figura.

Nicola Bruni

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Nella foto, del luglio 1961, sono a Londra davanti a Buckingham Palace, con le guardie della Regina.